la fondazione della scuola
Tornata in Italia dopo gli anni di Atene e il perfezionamento a Parigi, fermamente decisa a dedicarsi all’insegnamento a Pavia, dove aveva già incontrato Virgilio Perri, Elena Loverdos si rivolge a due figure autorevoli, il maestro Guido Farina e il professor Luigi De Caro. Il maestro Farina dirigeva il Civico Istituto Musicale Vittadini dal 1948, e promuoveva instancabilmente la rinascita della cultura e della musica pavese negli anni del dopoguerra; il fisiologo De Caro, già direttore farmaceutico della Carlo Erba di Milano, vantava un’amicizia ultradecennale con la famiglia Loverdos, ed era ben inserito nell’ambiente culturale e politico della città. Elena Loverdos le definisce «persone illuminate», che si prodigano per sostenere l’attività della scuola nei primi, non facili anni.
«In fondo anche la Danza, sottinteso quando ha, come ha in questo caso, basi e fini essenzialmente artistici, può essere, deve essere considerata un utile mezzo di educazione al senso del bello, per tutto quel che di grazia e armonia deriva dalle stesse plastiche ordinate movenze e figurazioni che ne formano la sostanza. Così, crediamo, s’ha da intendere; e non consideriamo l’altra non meno utile educazione musicale che, indirettamente, per tale via può determinarsi nelle giovani allieve [...]»
Nell’arco di pochi anni, tuttavia, la scuola vanta un gruppo di allieve esperte in grado di affrontare ruoli di maggior complessità tecnica e maturità espressiva.
Nel 1956 inizia la ‘stagione delle fiabe’, con Cappuccetto Rosso e Biancaneve, presentati rispettivamente al saggio finale del 1956 e in un concerto il 25 maggio 1957. La fiaba tradizionale costituisce un’opportunità per mettere alla prova non solo la componente tecnica e coreografica, ma anche l’aspetto estetico e pittorico di scenografie e costumi, che Elena Loverdos cura personalmente.
Con la stagione delle fiabe si schiude anche un nuovo repertorio di ruoli adatti alle allieve più piccole - fiori, coniglietti, uccellini, ninfe, funghetti, scoiattoli, cerbiatti, nani e l’immancabile corteo delle stagioni - la cui successione rappresenta una sorta di ‘rito di passaggio’ che accompagna le bambine nella loro crescita.
Il repertorio musicale dei nuovi soggetti narrativi comprende Cajkovskij, Schumann, Mozart, ma anche Kabalevsky, Rachmaninov, Haydn, Mussorgsky, Debussy, Pozzoli, Grieg, eseguiti al pianoforte da Marisa Caffi Masciello e da Anna Maria Moro, che per anni accompagneranno le lezioni e gli spettacoli della scuola.
Le esibizioni presso il Teatro Fraschini ottengono un successo crescente: Pavia è pronta a sostenere la «sua» scuola di ritmica e danza (La Provincia Pavese, 30 agosto 1959).