la fondazione della scuola

gli anni '50

Tornata in Italia dopo gli anni di Atene e il perfezionamento a Parigi, fermamente decisa a dedicarsi all’insegnamento a Pavia, dove aveva già incontrato Virgilio Perri, Elena Loverdos si rivolge a due figure autorevoli, il maestro Guido Farina e il professor Luigi De Caro. Il maestro Farina dirigeva il Civico Istituto Musicale Vittadini dal 1948, e promuoveva instancabilmente la rinascita della cultura e della musica pavese negli anni del dopoguerra; il fisiologo De Caro, già direttore farmaceutico della Carlo Erba di Milano, vantava un’amicizia ultradecennale con la famiglia Loverdos, ed era ben inserito nell’ambiente culturale e politico della città. Elena Loverdos le definisce «persone illuminate», che si prodigano per sostenere l’attività della scuola nei primi, non facili anni.


    Lettere tra Elena Loverdos e il maestro Farina (1952)
    Clicca per ingrandire

    La “Scuola di Ginnastica Ritmica, Estetica e Musicale” inizia la sua attività nell’autunno del 1952 nei locali del Civico Istituto Musicale che affacciano su piazzetta della Rosa. Il primo spettacolo si tiene nel marzo 1953 a Palazzo Malaspina, per iniziativa di Donna Iris Flores, moglie del Prefetto
    Ferdinando Flores. L’esibizione, sicuramente volta a suscitare interesse per la nuova scuola, riesce nel suo intento:

    «parve veramente un miracolo quello operato dalla insegnante Prof. Elena Loverdos, che in così breve tempo aveva saputo iniziare tante bambine e fanciulle, completamente digiune di ogni elemento fondamentale, in piccoli germogli di danzatrici.» 
    La Provincia Pavese, 11 giugno 1953

    Il primo saggio si tiene nel giugno 1953 sul palco del Politeama e vi partecipano 43 allieve, accompagnate al pianoforte da Nicoletta Lazzaro, allieva dell’Istituto Musicale; il programma presenta, accanto a musiche di Mozart, Chopin e Schumann, autori assolutamente inconsueti come Rebikoff, Mouzkowsky e Paderewsky. Anche questa esibizione viene accolta con favore e con viva simpatia per le allieve più piccole, definite come «un bouquet di boccioli e di grazia infantile, attente e zelanti fino allo scrupolo» (La Provincia Pavese, 11 giugno 1953)

    Malgrado il successo degli spettacoli, la scuola fatica a conquistare la fiducia della cittadinanza e dell’amministrazione: nei primi anni le iscrizioni non superano le sessanta unità.
    Di anno in anno il Comune di Pavia concede in affitto locali in condizioni precarie, che vengono risanati e poi destinati ad altro uso: una palestra priva di riscaldamento presso la scuola Casorati, l’ex Scuola di Pittura di via Scopoli, l’ex cinematografo della Scuola Mazzini, una chiesa sconsacrata, ora aula magna del Collegio Ghislieri. Alle difficoltà amministrative si sommano le resistenze culturali dell’ambiente pavese, che stenta a riconoscere legittimità a un’arte corporea declinata al femminile. Questa diffidenza traspare nella recensione - pur lusinghiera - del primo saggio, pubblicata su Il Ticino del 13 giugno 1953:

    «In fondo anche la Danza, sottinteso quando ha, come ha in questo caso, basi e fini essenzialmente artistici, può essere, deve essere considerata un utile mezzo di educazione al senso del bello, per tutto quel che di grazia e armonia deriva dalle stesse plastiche ordinate movenze e figurazioni che ne formano la sostanza. Così, crediamo, s’ha da intendere; e non consideriamo l’altra non meno utile educazione musicale che, indirettamente, per tale via può determinarsi nelle giovani allieve [...]»

    Nell’arco di pochi anni, tuttavia, la scuola vanta un gruppo di allieve esperte in grado di affrontare ruoli di maggior complessità tecnica e maturità espressiva.
    Nel 1956 inizia la ‘stagione delle fiabe’, con Cappuccetto Rosso e Biancaneve, presentati rispettivamente al saggio finale del 1956 e in un concerto il 25 maggio 1957. La fiaba tradizionale costituisce un’opportunità per mettere alla prova non solo la componente tecnica e coreografica, ma anche l’aspetto estetico e pittorico di scenografie e costumi, che Elena Loverdos cura personalmente.
    Con la stagione delle fiabe si schiude anche un nuovo repertorio di ruoli adatti alle allieve più piccole - fiori, coniglietti, uccellini, ninfe, funghetti, scoiattoli, cerbiatti, nani e l’immancabile corteo delle stagioni - la cui successione rappresenta una sorta di ‘rito di passaggio’ che accompagna le bambine nella loro crescita.
    Il repertorio musicale dei nuovi soggetti narrativi comprende Cajkovskij, Schumann, Mozart, ma anche Kabalevsky, Rachmaninov, Haydn, Mussorgsky, Debussy, Pozzoli, Grieg, eseguiti al pianoforte da Marisa Caffi Masciello e da Anna Maria Moro, che per anni accompagneranno le lezioni e gli spettacoli della scuola.
    Le esibizioni presso il Teatro Fraschini ottengono un successo crescente: Pavia è pronta a sostenere la «sua» scuola di ritmica e danza (La Provincia Pavese, 30 agosto 1959).


    Le allieve del primo saggio

    1953

    prime allieve

    1953

    ritratto con la maestra

    Ringraziamenti dopo lo spettacolo

    Foto di fine anno

    allieve alla sbarra

    ridotto del teatro fraschini

    Prove in teatro

    Biancaneve e i sette nani

    1957

    Sfere e cerchi

    1955

    Le allieve più grandi

    Boite à joujoux

    1959

    Biancaneve

    1957

    Biancaneve e i sette nani

    1957

    in classe

    ridotto del teatro fraschini

    cappucetto rosso

    1956

    piccole allieve

    foto di gruppo con maestra e pianista

    comitato di scopo "in ricordo di elena perri loverdos, la signora della danza"

    Il comitato

    Contatti

    This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.